Domeniche di carta 2019 - Convegno "Carte dell'inquisizione"

Archivio di Stato di Parma - Strada Massimo D'Azeglio 45

13 ottobre 2019 - Conferenza

In occasione delle domeniche di Carta 2019 l'Archivio di Stato di Parma ha il piacere di invitarvi al convegno "Carte dell'Inquisizione".

I relatori approfondiranno i vari aspetti della pratica inquisitoriale, spesso trattata con sensazionalismo: lo svolgimento dei processi, le relazioni con le i tribunali locali, l’ambiente sociale in cui i processi si sono svolti e le reali motivazioni che hanno portato alle accuse di stregoneria, il ruolo della censura.

Interventi

Luca Fois
Alla ricerca delle carte dei processi alla fine del Medio Evo: miti e pratica reale

Malgrado la grande fortuna di opere dedicate alla stregoneria nel medioevo, manca ancora per l’Italia una ricerca sistematica nei fondi documentari per stabilire le caratteristiche dell’azione antistregonesca. Al di là degli aspetti folklorici, mistico-religiosi, metareali e di una localizzazione quasi esclusivamente «alpina», l’esplorazione dei fondi notarili e di altri percorsi archivistici non consueti, potrebbe riservare interessanti punti di vista di un fenomeno – la stregoneria e la sua repressione – che appare molto più complesso e sfaccettato di quanto si possa credere, intersecando a più livelli la storia sociale, politica, religiosa e culturale del tardo medioevo. Dopo aver presentato i percorsi fino ad ora seguiti dalla ricerca, il contributo indicherà, tramite esempi, alcune direzioni possibili, evidenziando gli elementi fortemente contraddittori radicati nella percezione generale del fenomeno.

 

Filippo Catanese
Streghe sconosciute in Lomellina

Nel panorama dei processi contro le streghe in Italia settentrionale tra la fine del medioevo e l'inizio dell'età moderna si segnala la presenza di un documento inedito che riporta la vicenda di una donna accusata e condannata di stregoneria a Zinasco (località a pochi chilometri a ovest di Pavia). Il documento, datato 10 maggio 1492, riporta le dichiarazioni rese spontaneamente dalla strega e attraverso esse, grazie al confronto con gli altri documenti già noti, è possibile ricostruire il contesto in cui si è svolto il processo, ma anche notare elementi di novità rilevanti rispetto a quanto finora si conosce sull'argomento.

 

Ezio Barbieri
Rocca d’Arazzo 1489: chi crede alle streghe?

Il processo a streghe di Rocca d'Arazzo a fine Quattrocento si inserisce in un quadro documentario ricchissimo rimasto sconosciuto perché conservato lontano dagli abituali luoghi in cui si trova la documentazione locale. Tutte le vicende (processo e avvenimenti connessi, tra il 1485 e la calata dei Francesi nel 1494) sono inedite e ignote. Il quadro storico e la collocazione geografica mostrano che l'accusa è unicamente un atto di guerriglia politica all'interno del borgo.

 

Federica Dallasta
Inquisizione e censura libraria a Parma nel Settecento

Lo studio si propone di raccogliere tutte le fonti attualmente reperibili sull'attività del Sant'Uffizio a Parma nel XVIII secolo e nei primi anni del XIX, prima della definitiva soppressione napoleonica. Una buona quantità di documenti è stata individuata presso l'Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede (in Vaticano), dove in passato sono confluite le carte delle due congregazioni romane dell'Inquisizione e dell'Indice. Altre fonti sono emerse negli archivi diocesani di Parma e Guastalla: per esempio il catalogo dei libri di don Giuseppe Capretti, che svolse la funzione di inquisitore quando il tribunale della fede di Parma venne soppresso dal duca don Ferdinando di Borbone (1769-1780) e un processo per stregoneria a carico di un finto prete, che prometteva di trovare - a pagamento - tesori nascosti sotterrati nei campi intorno a Guastalla. Anche presso l'Archivio di Stato di Parma sono custoditi documenti preziosi, che fanno luce sulla riapertura del Sant'Uffizio a Parma nell'estate del 1780, dopo il concordato raggiunto fra la Santa Sede e il ducato borbonico.
Particolare attenzione è dedicata al tema della censura libraria, perché Parma era sede di alcune officine tipografiche particolarmente attive, che necessitavano sempre dell'imprimatur per far partire i loro torchi.

 

Documenti da scaricare